Non occorre essere un giornalista o un economista per intendere che le restrizioni stabilite per contenere la pandemia hanno inciso profondamente sul settore turistico e quello legato all'abbigliamento. In particolare l'industria della moda ha visto crollare il suo fatturato e le imprese che operano in questo ambito sono state costrette a chiudere numerosi negozi sparsi in tutto il mondo. Arrestati totalmente i flussi turistici e bloccata ad intermittenza la circolazione delle persone tra le regioni italiane, è evidente che i locali commerciali situati in ogni città del Bel paese hanno perso ingenti introiti. Molti piccoli imprenditori per evitare il rischio di accumulare debiti hanno deciso di interrompere la loro attività soprattutto in ragione del fatto che una data per la ripartenza è avvolta ancora da dubbi allo stato attuale irrisolvibili. Posto che la vaccinazione risulta essere l'unica soluzione per tornare ad una vita quotidiana dignitosa, la mancanza di dosi non consente di fare ipotesi fondate sull'inizio di una ripresa economica. L'impossibilità di muoversi anche all'interno della propria città con la libertà di cui si godeva in passato ha determinato un massiccio utilizzo di internet da parte della gente. In questo contesto ogni e-commerce destinato alla vendita di capi d'abbigliamento e di accessori di moda ha generato un numero elevato di transazioni a dispetto di quei negozi ubicati prevalentemente nei centri storici delle città italiane.
I NEGOZI VIRTUALI DI MODA NON RISENTONO DELLA CRISI ECONOMICA
Gli acquisti on line durante la pandemia hanno registrato uno straordinario incremento visto che le limitazioni al movimento imposte dai governi per arrestare la diffusione aggressiva del virus hanno costretto la maggior parte della popolazione mondiale a rimanere perlopiù nella propria casa. Pertanto anche per le spese cosiddette non essenziali tra cui annoverare principalmente l'acquisto di vestiti o accessori le persone hanno dovuto ricorrere ad internet. Tuttavia se il dato dei guadagni derivanti dalla vendita sulla rete di capi d'abbigliamento risulta essere notevolmente più positivo rispetto a quello che nei negozi tradizionali si è registrato, bisogna anche segnalare che il venir meno di incontri mondani ha diminuito l'interesse verso il rinnovo del proprio guardaroba. Il che vuol dire che ridotte le relazioni sociali, le persone hanno perso lo stimolo a presentarsi in ambienti pubblici con un look sempre diverso. Occorrerà attendere periodi di nuova normalità per verificare un radicale cambiamento di rotta in dimensione commerciale e soltanto il recupero definitivo delle dinamiche sociali permetterà di attivare una graduale crescita economica. Per intanto l'attesa senza prospettive certe divora un numero considerevole di attività che attengono alla vendita di vestiti e accessori di moda causando effetti recessivi che annullano miseramente i sacrifici finora compiuti da coloro che hanno investito denaro e energie in questo settore.